TESTO CRITICO DEL PROF. GIANLUIGI GUARNIERI

I volti femminili di Luna Corà fluttuano nell’universo psichico dinamico come frammenti silenziosi di irrevocabile solitudine in cui la luce, trasformata dalla forma, accentua l’impenetrabile privacy di un passato lontano. Le dee trasfigurate della modernità cercano, nello spazio indefinito, un senso di esistenza oltre i limiti imperscrutabili del divenire. I toni, a volte monocromatici, generano riferimenti sensuali, aspettative, tremori, di un mondo immobile senza speranza. Sguardi fugaci di ninfe imponderabili interpretano i muti disagi della contemporaneità, alternandosi sequenzialmente tra spazi astratti e strutture percettive dinamiche. Presagi compositivi, dissoluzioni urbane, desolazioni sociali trasfigurano la vita metropolitana in una dimensione di inutilità e indifferenza. I distacchi interpretativi sensoriali utilizzano la cruda realtà del substrato, accentuare l’irrevocabile solitudine di una realtà senza via di fuga. Forme vibranti con una raffinata figurazione si diramano attraverso scenografie ideali di interiorità, percorsi inesplorati ai confini di un universo indefinito. Orizzonti distanti si librano su deserti soleggiati, inseguendo il silenzio appena velato da una luce morbida e opaca. Le opere dell’artista, collegate da una raffinata continuità compositiva grafica, appaiono impreziosite da sapienti letture e evocate ipergrafie. Fili imperscrutabili di esistenze lontane si diramano nello spazio, simboli enigmatici di idealità irrequieta con un fascino arcano e misterioso. Le metamorfosi oniriche sfuggono alle posizioni femminili irrequiete e malinconiche per sussurrare ricordi spezzati di vertigine segreta.

COLLABORAZIONE CON L’ARTISTA CANTAUTRICE ALESSIA FERRARA IN ARTE AXEL

Per lei ho realizzato la mia opera “Sorprendersi Liberi”, nata per illustrare la copertina del suo omonimo singolo.

TESTO CRITICO MONIA MALINPENSA

La personale frequenza dell’effetto grafico e segnico tra il bianco ed il nero, che contraddistingue le opere dell’artista Luna Corà, è di una forza strutturale continua che si impone e che gode di evidente impianto costruttivo. E’ una rappresentazione della figura umana di particolare esecutiva e di sincera comunicazione che ci offre un’infinità di sentimenti e di significati. L’elemento formale riceve un’atmosfera luminosa di notevole valore pittorico. La meticolosa stesura dei puntini su tela, con l’intervento anche della stoffa, evidenzia una capacità di rinnovamento crescente. Anche l’uso di vari materiali, quale acrilico e tecnica mista su tela o su tavola, ci regala un’espressione lirico-narrativa di assoluta autonomia di linguaggio. I suoi soggetti, che attraversano un’attenta elaborazione di tecnica, esternano una riflessiona costruzione ed una poesia dal costante contenuto umanistico. Ogni opera dell’artista Luna Corà diventa libertà di ricerca ed impegno di matrice figurativa dove il vissuto femminile caratterizza la sua pittura. Il netto contrasto del bianco e nero si rinnova di uno stile unico ricco di immediata spiritualità che vive di una luce propria.

TESTO CRITICO DEL PROF. ADRIANO BACCILIERI

Luna-lunae, declinazione femminile

Azzardare ancora un’immagine – identità o tipologia – di una condizione dell’essere edell’esistenza; metaforica più che reale, con malcelate insinuazioni simboliche o persinomitologiche; quasi sempre declinata al femminile, per inevitabile coinvolgimento personale.

Si avverte, nelle opere, il senso del ‘regime notturno’ che le detta, il lume del ‘sole nero’ che lei spira (e viene evocata la gran regia caravaggesca, esplicita anche iconograficamente in alcuni titoli:‘Lo zingaro’, ‘Rinascere’…); tutto questo risponde all’indole privata dell’artista, ma è pure il riflesso del sentimento d’una intera generazione – la sua – che raramente trova le note della ‘joie devivre’. E che anzi, declinato al femminile, si rivela ancor più dialettico, turbato, irrisolto; ‘Aria’ e‘In gabbia’ sono testi rivelatori in tal senso, belli e inquietanti, in odore di simbolismo reinventato.

L’impegno recente di Luna Corà appare volto ad ‘adombrare’ queste oscure rilevazioni, che contendono all’epifania d’una immagine apparentemente tutta svelata il segreto introspettivo divalori e significati riposti. Anche tecnicamente, tale dialettica si ripropone, e in modo sorprendentee mirabile: l’immagine ‘satura’ è infatti ottenuta da infiniti puntini toccati con il pennello ‘00’.

Un passo di formica, stenografato, capace di dimensioni incommensurabili.

Anche in questo suo ‘Canto d’amore’, Luna Corà ribadisce la sua disciplina; la suadevozione-ossessione laica – si direbbe – che si scioglie nel compimento dell’opera come fosse un voto (sarà un caso, ma qui soprattutto, come pure in ‘Autoritratto’, ricorrono echi del Seicento lombardo-borromeiano modernamente tradotto quasi in ‘bad painting’).

Così, il suo ‘Canto d’amore’ è insieme antico, intenso e dolente, ed attuale, spietato e ‘sovraesposto’ nel flash dello sfondo.

PUBBLICATO SU “Le Voci Della Luna”

“Rinascere” ha illustrato la copertina di “Le voci della Luna” n°51-Novembre 2011.
Con grande piacere e tanta emozione ho accompagnato, con i miei quadri, le poesie di Silvia Camoglio, Massimiliano Aravecchia e Alice Zuntini pubblicate all’interno.

“chi fu mondo -di questo strano dire,
albero che imbarca pause -di luce fessurata?
e chi fu dire -di questo strano mondo,
pausa che si imbarca nell’albero di luce appena -fessurata?…”

Silvia Camoglio